giovedì 12 maggio 2011

SE

Se tu saprai contare
tutte le gocce del mare,
i granelli di sabbia del tuo lido
oppure dirmi quante stelle ha il cielo
nelle notti serene,
se tu riuscirai a misurare
con lo sguardo lo spazio siderale
o richiamare indietro
un giorno che è passato,
a prosciugare il fiume
verticale dei morti con il tuo alito
o a ridisegnare i loro volti
coperti dalla bruma,
anch'io ti svelerò
gli orizzonti invisibili,
infiniti
e le anime accese come fiaccole
nel consiglio di Dio.

I VESTITI E LE MASCHERE

Tra un bicchiere di vino e una poesia,
mastica piano i tuoi bocconi, figlio:
dentro c'è il gusto amaro della vita,
la gioia di esser vivo.

E mentre balla l'attimo tra i denti,
sappi che inizio e fine
come attori si scambiano le parti,
e gli abiti e le maschere.

IL COLTELLO DEL DOLORE

Non temere il coltello del dolore
e non dolerti mai se il giorno dopo
lo trovi più affilato.

Con una lama senza taglio, chi
chi potrebbe sbucciare, cuore mio,
l'arancia della gioia
e gustarne il sapore?

SALMI D'ALBERI E STELLE

Malinconia d'amore,
ultimo caldo bacio della vita
sopra la guancia eburnea della morte,
malinconia di vivere che guardi

dai vetri appannati del domani,
che vedi in lontananza? Una parte
della mia vita è ormai imbottigliata.
L'altra sognando, medita
salmi d'alberi e stelle.